Per Roberto Padrin adesso, però, viene il bello: il presidente della Provincia deve tirare le fila e portare avanti un ente indebolito, ma ancora vivo. L’agenda politica è già fitta di appuntamenti segnati da tempo, su tutti il referendum del 22 ottobre. Poi, il nuovo presidente ci mette del suo. L’impronta è chiara, il cambio di passo pure: «Voglio coinvolgere tutti i colleghi sindaci, che ringrazio per avermi sostenuto in questo percorso. Dobbiamo trovare insieme una linea comune ed è per questo che ho intenzione di convocare l’assemblea dei sindaci con scadenze regolari, una volta al mese». Eccola l’unitarietà. Di fatto, non solo di nome. Padrin guarda avanti. Non un accenno alla campagna elettorale, non una parola sullo strano confronto con Mario Manfreda. Non una virgola sugli sgambetti tentati, anche negli ultimi giorni, quando un sms ha provato in tutti i modi di screditarlo come presidente. «Non c’è tempo da perdere: abbiamo una serie di scadenze e di impegni importanti – dice pochi istanti dopo aver votato -. Quello che mi attende nei prossimi mesi è una bella responsabilità. Ma mi sento forte del mandato dei colleghi sindaci. Il ruolo mi impone di lavorare subito su obiettivi precisi, senza dimenticarmi che sono e sarò in primis il sindaco di Longarone».