“Ora anche il segretario del Partito Democratico, ed ex-Presidente del Consiglio, Matteo Renzi si è accorto che nell’attività di sorveglianza di Banca d’Italia c’è qualcosa che non va, per questo gli abbiamo scritto per fargli presente che ci sono novemila citadini che, a causa di proposte della banca centrale non condivise né condivisibili, non hanno più saputo nulla del capitale sociale di Crediveneto. E non è tutto, visto che ci rivolgiamo anche alla Regione, affinché la Commissione d’inchiesta sulle banche venete, di cui è ora stato deciso di riavviare l’attività, si occupi anche del caso Crediveneto” A parlare sono l’avvocato legnaghese Francesco Salvatore, l’ex-sindaco di Urbana Terenzio Zanini e l’architetto di Montagnana Lino De Battisti. I capofila del comitato degli ex-soci di Crediveneto. L’istituto di credito di cui il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan ha disposto la liquidazione coatta il 7 maggio dello scorso anno, il giorno prima dell’assemblea dei soci. “Noi abbiamo presentato ricorso contro quel provvedimento, ritenendolo lesivo dei diritti di coloro che erano titolari dei 19 milioni di capitale della banca e non solo non sono stati informati ma, addirittura, non hanno più saputo nulla di quei soldi”, spiegano i rappresentanti dei soci. Ricordando che le azioni erano state acquistate non per fare investimenti speculativi bensì per poter meglio lavorare con la banca, specialmente per quanto riguarda prestiti e mutui. “I dubbi che ora vengono espressi in merito all’attività di vigilanza da Renzi sono di fatto gli stessi che abbiamo sollevato anche noi, rimanendo però inascoltati”, affermano Salvatore, Zanini e De Battisti. Attualmente stanno preparando un’azione comune di responsabilità nei confronti di ex-amministratori, dirigenti e liquidatori e, dopo aver interpellato forze politiche e sociali, vista la posizione che ha preso in questi giorni, ora hanno anche scritto a Renzi. Ci sono migliaia di cittadini che da quasi un anno e mezzo non sanno che fine hanno fatto i loro soldi.