Il piano di riorganizzazione di Intesa SanPaolo potrebbe ampliarsi e prevedere, come scrive Il Mattino di Padova, ulteriori uscite di personale, tutte su base volontaria ma aggiuntive rispetto le 4 mila già concordate con i sindacati, imposte dalla Bce post acquisizione delle due ex popolari venete. Di questi 4 mila bancari, mille sono in uscita da Bpvi e Popolare di Vicenza e 3 mila sono quelli pronti allo scivolo Intesa. Ed è qui che si apre un nuovo scenario. Perché, se con le ex banche venete si è arrivati quasi a fatica alla soglia dei mille volontari, complice una popolazione bancaria giovane, le richieste Intesa pare lambiscano quota 5 mila: 2 mila in più rispetto ai 3 mila concordati con Bce e compresi economicamente nei costi di stato del salvataggio banche venete. La notizia viene confermata da fonti autorevoli. La chiusura delle richieste data 13 novembre ma sono ancora in corso le verifiche dei parametri di età e contributi; ma al di là della cifra esatta, confermano le nostre fonti, «le domande di uscita a sei anni sono nettamente superiori all’accordo attuale». Intesa, contattata, precisa: «Siamo al lavoro sul piano di 4 mila uscite oggetto di accordo sindacale». Il tema non è da poco e si intreccia con il nuovo Piano industriale che il ceo Carlo Messina presenterà tra fine febbraio e marzo 2018. Quello che chiarirà anche quali “contenuti” o meglio lavorazioni saranno affidate ai poli direzionali di Vicenza e Montebelluna, per salvaguardare l’occupazione in loco. Il nuovo Piano disegnerà la banca nei prossimi tre anni: sfide tecnologiche e riorganizzazione filiali. I nuovi esodi potrebbero quindi declinarsi in questo pacchetto (non più ovviamente sostenuto dallo stato ma a carico di Intesa). Messina poi avrà di fronte anche un’altra decisione importante: fare attuare il prossimo Piano all’attuale management o da una prima linea rinnovata, almeno in parte. Da settimane la stampa paventa l’arrivo a Ca’ de Sass del top manager Accenture Massimo Proverbio in possibile staffetta con Omar Lodesani per gestire una delle più importanti componenti di costo della banca: l’ict e le operations. Intesa non ha mai confermato le voci riportate anche da autorevoli testate come «Il Sole 24Ore» ma è possibile che questa “estensione” degli esodi. che potrebbe interessare migliaia di dipendenti, sempre con un maxi scivolo di sei anni, vada a coinvolgere anche la prima linea manageriale che riporta direttamente a Messina.