In Veneto un ragazzo su 9 abbandona la scuola, con al massimo la licenza di terza media in tasca. I dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale dimostrano che in Veneto il fenomeno dei ‘drop-out’, vale a dire degli abbandoni precoci dell’istruzione o formazione scolastica senza aver raggiunto un titolo di studio secondario, è meno accentuato della media nazionale. L’Istat nel rapporto Sdgs 2019 reso noto oggi ha rilevato che nel 2018 il 14,5% dei ragazzi di 18-24 anni ha abbandonato gli studi con al più la licenza media, pari a uno su 7. L’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione è aumentata negli ultimi due anni, tornando così ai livelli del 2015, e riguarda soprattutto le regioni del Mezzogiorno e i maschi. “In Veneto la situazione è migliore, soprattutto se guardiamo al livello di competenze che gli allievi raggiungono – commenta l’assessore regionale all’istruzione e formazione – ma non siamo soddisfatti. Gli studenti di terza superiore che non raggiungono la sufficienza in Veneto sono 28 su 100, mentre la media nazionale è del 34,3%. “Dobbiamo fare una seria riflessione sull’insegnamento della matematica e delle materie scientifiche nella scuola, uno dei maggiori punti critici nella didattica scolastica – aggiunge l’assessore – Occorre investire su preparazione didattica e motivazione dei docenti e su metodologie diverse di insegnamento. “Ancora una volta – conclude – si dimostra l’utilità, o meglio la necessità, di una maggiore autonomia regionale nella scuola, per adeguare percorsi e profili ai bisogni didattici dei nostri giovani e alle esigenze della società e del mondo del lavoro Per questo la Regione Veneto sta investendo, e molto, sul potenziamento delle lingue straniere grazie ai progetti finanziati con il Fondo sociale europeo, che permettono ai nostri studenti di andare all’estero anche attraverso l’alternanza scuola lavoro”.