PFAS, COMMISSIONE D’INCHIESTA

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“Una nuova commissione d’inchiesta sulla contaminazione da Pfas in Veneto, incentrata esclusivamente sulle responsabilità politiche ed istituzionali, visto che la precedente ha lavorato su informazioni parziali, lacunose e comunque sorpassate dagli eventi”. È questa la richiesta contenuta in una Pda a firma Piero Ruzzante (LeU), Cristina Guarda (AMP) e Patrizia Bartelle (IiC).“Dalla chiusura dei lavori e, soprattutto, da quella delle indagini da parte della Procura di Vicenza sono cambiate alcune cose, a partire dalla relazione del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe) di Treviso che chiama in causa sia la Provincia di Vicenza che Arpav e le loro omissioni, datate addirittura 2006. Da anni sollecitiamo totale chiarezza sulle responsabilità tecniche e politiche in relazione alla contaminazione da Pfas e l’indagine ha squarciato un velo. Certi comportamenti hanno provocato ritardi scandalosi nella salvaguardia dell’ambiente e della salute cittadini e, di conseguenza, una gravissima ferita alla credibilità delle istituzioni e della politica vicentina e veneta. Una ferita che saremo in grado di sanare solo dopo che la verità sarà finalmente emersa, quando potremo scrivere e certificare dove tecnici e politici hanno fallito in questi anni e come porvi rimedio”. Dal canto suo il Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile in conseguenza della contaminazione da PFAS delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova, Nicola Dell’Acqua ha precisato che “la Regione del Veneto ha provveduto a definire nuovi livelli di riferimento per i valori di performance delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque destinate al consumo umano con la deliberazione della Giunta Regionale n. 1590 del 3 ottobre 2017 e con la n. 1591 è stato posto il limite PFAS zero per la zona rossa. Il provvedimento è stato preso in assenza di limitazioni nazionali ed europee in materia, con tutto ciò che questo comporta. La Regione, infatti, a tutela dei propri cittadini, si è posta dei limiti, per l’intero territorio regionale e, comunque, diversi dalla zona rossa, dove i limiti sanitari per i PFAS catena lunga sono addirittura zero, unica zona al mondo dove vengono applicati termini di limitazione così restrittivi”. Ma le opposizioni insistono nel ricordare che il Consiglio regionale, “spogliandosi di ogni tifoseria partitica” dovrebbe occuparsi della vicenda a partire dal 2006 al 2013.

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