Il Governo Renzi aveva deciso di abolire le amministrazioni provinciali, passando gli incarichi in parte alla Regione e ai singoli comuni. Inizialmente sono state castrate e private di risorse; dovevano essere definitivamente abolite e cancellate con il referendum. Così non è stato. Il referendum è stato bocciato e le Province sono in piedi, ma mutilate. Oggi i grillini le considerano un inutile poltronificio. Invece in questo periodo in cui sono sopravvissute senza fondi e con delle giunte composte da non eletti dal popolo, hanno dimostrato la loro importanza e validità. I migliaia di comuni che compongono la Repubblica italiana hanno bisogno di avere un’amministrazione provinciale. Viva ed efficente, munita di risorse, che possa affrontare tutte le problematiche, grandi e piccole, che incontra il territorio di competenza. Strade, scuole, case, ponti, strutture sportive e chi ne ha, più ne metta. Necessitano di essere mantenute, sviluppate e salvaguardate. I comuni hanno l’indispensabile bisogno di essere supportati da un’amministrazione provinciale che a pieno titolo intervenga su tutte le infinite e complesse problematiche che sono la vita del territorio. Ecco perché vanno ripristinate con eletti dal popolo in modo da fare ciò che hanno fatto dal dopoguerra fino all’arrivo di Matteo Renzi. Non sono utili, sono assolutamente indispensabili