“Ritengo illusorio e non confacente con la realtà pensare di risolvere, oggi, la questione epocale dei migranti costruendo barriere fisiche alla nostra frontiera orientale che, pure, certamente va controllata e regolata”. E’ la dichiarazione puntuale del patriarca di Venezia Francesco Moraglia all’indomani della “sparata trumpiana” del governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha proposto l’innalzamento di un muro tra il Friuli e la Slovenia.. Intervistato da Lucia Annunziata ha peraltro modificato il tiro attribuendo, come al solito, alle “licenza poetiche” del giornalista del Fatto Quotidiano che aveva riportato la sua proposta: erano sbagliati anche i chilometri del presunto muro, visto che superavano di molto la misura del confine fisico tra il Friuli e la Slovenia… Forse pensava di portarlo dalle parti di Venezia. “La risposta alla tragedia umana di interi popoli”, ha così sottolineato il Patriarca di venezia, “ non può essere quella dei “muri”, ma quella della politica. Una politica che, una buona volta, voglia affrontare tale vicenda senza pregiudizi ideologici o ingenuo buonismo ma con realismo. Accogliere chi si trova nello “status” di migrante o rifugiato è un dovere e un principio fondamentale, riconosciuto dalla nostra Costituzione (art. 10) e dalla Convenzione di Ginevra. Oggi, però, nessun Paese è in grado di rispondere da solo. Ecco, allora, l’appello veramente pressante – e che dovrebbe trovare tutti coesi – alla politica europea e mondiale perché attivi a livello planetario una sorta di “piano Marshall”. La politica europea, in particolare, deve trovare responsabilità, lucidità, volontà e modalità condivise, uscendo da angusti schemi e schieramenti, per regolamentare un fenomeno che tocca in modo universale non solo l’Italia ma l’intero continente europeo. All’interno di questa ineludibile azione politica l’opera del volontariato è necessaria per arrivare a dare risposte all’altezza della grande emergenza-migrazioni e parlo di un volontariato autenticamente ispirato da grandi valori e non strumentalizzabile. L’impegno di tutti – a livello personale e sociale – è garantire una integrazione reale, vera, dal volto umano, creando un contesto favorevole e culturalmente “attrezzato”.Di fronte a tali questioni ci accomuna il compito urgente – per chi ha responsabilità politiche, culturali, sociali, ecclesiali – di saper affrontare tali situazioni con intelligenza e cuore, senza fuggire i problemi, nel rispetto di tutti, di chi accoglie e di chi è accolto, e garantendo a tutti, nessuno escluso, legalità e sicurezza. Questo dobbiamo perseguire, in Italia e in Europa, sapendo guardare oltre gli interessi particolari, con realismo e lungimiranza, con senso della giustizia, tutelando i diritti e il rispetto dei doveri di tutti”. .