Nel secondo trimestre 2019, sulla base dell’indagine condotta da VenetoCongiuntura, la produzione industriale ha registrato una crescita del +1,6% sull’analogo periodo dell’anno precedente. Prosegue l’indebolimento dell’indicatore che nel 2018 aveva evidenziato in media d’anno un +3,2% e nei primi mesi del 2019 un tenue +1,5%. Su base trimestrale la variazione destagionalizzata della produzione industriale è aumentata del +0,9%. L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere del Veneto, presentata presso la Camera di Commercio di Venezia Rovigo, è stata effettuata su un campione di oltre 1.800 imprese regionali con almeno 10 addetti. «Il quadro che emerge dall’analisi congiunturale del settore manifatturiero del Veneto nel secondo trimestre 2019 è improntato a una crescita debole dei principali indicatori economici in un contesto nazionale e internazionale che resta molto fragile – sottolinea Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto. A partire dalla fine del 2018 l’attività economica mondiale e il commercio internazionale hanno rallentato determinando una crescita del Pil nel 2019 (+3,2%) inferiore alle attese di inizio anno. Perdurano le incertezze legate all’inasprimento delle tensioni commerciali e alla hard Brexit. Per l’Italia le stime prevedono lo stallo: +0,1% nel 2019, +0,7% nel 2020. In un contesto di crescita ferma risultano in contenuto aumento anche le principali componenti dell’economia del Veneto. Nelle stime di Prometeia, il Pil regionale avrà un incremento annuo limitato dello 0,5% rispetto al 2018, sintesi di previsioni di crescita mediocre della domanda sia interna (+0,7%) che estera (+1,2%), stabilità dei consumi delle famiglie e situazione critica per gli investimenti. La riduzione delle tasse e il rilancio delle infrastrutture rimangono elementi essenziali da affrontare nella prossima legge di bilancio tenendo conto della compatibilità con i conti pubblici». Dopo le previsioni rosee di inizio anno, nel secondo trimestre 2019 le aspettative degli imprenditori per i successivi tre mesi tornano incerte e negative.