Giovedì sera è arrivata non tanto inattesa la notizia che il consiglio di amministrazione di Cattolica Assicurazioni, quarta compagnia italiana, aveva revocato le deleghe al suo amministratore delegato Alberto Minali. Uomo di grande esperienza, esperto del settore, già Ceo delle Assicurazioni Generali di Trieste. Si tratta dello scontro finale tra chi voleva con la benedizione occulta di Minali, un’assemblea straordinaria e realtive modifiche con successiva trasformazione in Spa e la linea guidata dal presidente Paolo Bedoni. Già numero uno per anni della potente e numerosa associazione della Coldiretti. Via le deleghe a Minali senza però le scontate dimissioni del manager dal consiglio di amministrazione. Due sono le considerazioni. La prima, detta in parole povere, “quanto mi date per andare via?”. La seconda è “rimango e continuo la mia battaglia insieme a chi la sostiene dalla trincea poi si vedrà chi è il più forte”. I bene informati dicono che la risposta vera sta in quest’ultima. Di certo è che Minali, uomo determinato e di grande carattere è assai amareggiato e offeso da come è stato trattato. Insomma uno che se la lega al dito. In questo caso ha supportato anche da una parte di consiglieri come Cesare Brena e Rossella Giacomoni. Oltre ai soci, l’avvocato Giuseppe Lovati Cottini, i fratelli Bruno e Luigi Castelletti e i fratelli Frassino. Insieme ai conti Pasti agli eredi Ceni e Poggi. Tutta gente vicina alla potente organizzazione cattolica Opus Dei. Minali viene accusato al di là delle trame interne di una gestione personalistica, di un decisionismo non collegiale e di un clima di insofferenza sempre maggiore nei confronti del consiglio di amministrazione. Il fuoco alle polveri lo hanno dato il consigliere vice vicario Aldo Poli e Pierantonio Riello che ha preso il posto del padre Pilade. Soci pesanti che invitavano il presidente Bedoni, uomo che aveva già intuito tutto, ad attivarsi contro Minali. Da qui è nato lo scontro. E Minali per rappresaglia gli ha fatto fare anticamera quando costui gli voleva parlare. Adesso ci sarà la solita altalena in Borsa. Meno preoccupanti saranno invece le possibilità di raggiungere i risultati previsti dal piano industriale dell’ultima assemblea. L’unica cosa certa è che Paolo Bedoni ha confermato ancora una volta di essre l’uomo forte e di avere bene in pugno le redini dell’importante compagnia assicurativa. A.O. A.O.