Sfruttamento di manodopera Coop nel mirino della finanza

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I militari della Compagnia Guardia di finanza di Verona, con il tenente colonnello Fabio Ciancetta, unitamente a personale ispettivo degli uffici locali dell’Ispettorato Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), hanno avviato una serie di controlli volti al contrasto del lavoro sommerso e dello sfruttamento della manodopera, al cui esito è stato possibile scoprire che un’unica società cooperativa aveva assunto in maniera irregolare 240 lavoratori e ne impiegava 7 completamente in «nero». L’attività ispettiva, è stata preceduta da una mirata analisi di rischio dello specifico settore economico di riferimento che ha permesso di concentrare l’azione investigativa nei confronti di una società cooperativa operante nel settore dell’assistenza alla persona.Il sistema illecito adottato consisteva- nel ricorso a contratti di lavoro autonomo e/o parasubordinato con il fine di mascherare, di fatto, dei veri e propri rapporti di lavoro dipendente; nel riconoscere ai lavoratori regolarmente assunti un livello contrattuale più basso rispetto a quello spettante e nell’impiegare in «nero» del personale con un conseguente indebito risparmio per l’azienda.Inoltre, gli accertamenti esperiti hanno consentito di appurare che, per evadere il «Fisco», la società cooperativa era solita fare ricorso alla corresponsione di generici rimborsi spese in luogo dei redditi che sarebbero spettati a fronte delle ore di lavoro effettivamente prestate. A seguito delle attività svolte, oltre all’individuazione dei 240 lavoratori irregolari, 7 sono risultati essere impiegati in assenza di qualsiasi tipo di contratto e di tutela assicurativa e quindi completamente in «nero». Par­ticolarmente efficace e incisiva si è rivelata la stretta collaborazione posta in essere tra la Guardia di finanza di Verona e gli uffici ispettivi dell’INPS e dell’INAIL, grazie alla quale è stato possibile contestare alla cooperativa, per gli anni dal 2014 al 2016, irregolarità per oltre 830 mila euro (evasione contributiva pari a oltre 300 mila euro nonché una base imponibile INAIL di oltre 530 mila euro). Il datore di lavoro è stato denunciato alla locale Autorità giudiziaria per l’omesso versamento di contributi (è prevista la reclusione fino a 3 anni). Sono state, inoltre, contestate sanzioni amministrative per oltre 320 mila euro (oltre 113 mila euro per violazioni alla normativa sul lavoro e oltre 206 mila euro per il mancato versamento dei contributi previdenziali ai dipendenti).L’attività ispettiva in argomento, condotta ad ampio spettro dai finanzieri sul territorio della provincia scaligera, è finalizzata al contrasto dei fenomeni di sfruttamento della manodopera e alle altre gravi forme di prevaricazione da parte di imprenditori senza scrupoli che, oltre a ledere i diritti dei lavoratori privandoli della dovuta tutela assistenziale e previdenziale, ostacolano la normale concorrenza fra le imprese che operano nella legalità e accrescono il carico fiscale per i cittadini onesti. La dimensione delle irregolarità individuate nel territorio veronese nello specifico comparto operativo (contrasto al sommerso di lavoro) e la loro ricorrenza hanno permesso di definire che tra i settori economici maggiormente esposti, oltre a quello da ultimo scoperto, rientrano quello agricolo, della consegna porta a porta di volantini pubblicitari e quello turistico. Si consideri che l’impegno profuso dai finanzieri scaligeri ha permesso, nel corso del 2019, di individuare oltre 950 persone impiegate in violazione della normativa sul lavoro (265 lavoratori in «nero» e 691 lavoratori irregolari) e di sanzionare 108 datori di lavoro responsabili dell’impiego illegale di manodopera.

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