Pronto soccorso, 80 medici

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“In tempi brevissimi, massimo alcuni giorni, ottanta nuovi medici verranno assunti dal sistema sanitario veneto per essere inseriti nei Reparti di Pronto Soccorso. La carenza di camici bianchi, non solo nell’emergenza-urgenza, è enorme (56.000 in Italia, almeno 1.300 in Veneto), ma qui non stiamo con le mani in mano e questo è il successo di uno dei tanti filoni di reperimento che abbiamo attivato”. Ne ha dato notizia il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, soddisfatto perché, “tra mille difficoltà, siamo riusciti a dare una importante boccata d’ossigeno a un punto nevralgico del nostro sistema di assistenza, a un’area prioritaria di intervento”. Si tratta di medici in parte di continuità assistenziale (l’ex guardia medica), in parte che hanno concluso la formazione triennale per la medicina generale, che hanno seguito un apposito corso regionale per il conseguimento dell’idoneità all’esercizio di attività di Emergenza Sanitaria Territoriale, sulla base di uno specifico bando. Una possibilità contemplata dall’Accordo Collettivo Na­zionale (ACN) per la Medicina Generale del maggio 2005. “Per l’ennesima volta – ha detto il governatore – viene sbugiardato con i fatti chi ha ostinatamente sostenuto per mesi e mesi che il problema era la Regione che non voleva assumere, la bugia dell’anno che sta per finire”. “E’ una battaglia vinta, in un cammino ancora lungo e complesso – ha aggiunto Zaia – per fronteggiare una situazione determinata da anni di scelte nazionali sbagliate in tema di formazione e accesso alla professione dei medici. Siamo impegnati in più fronti e, primi in Italia, abbiamo battuto strade anche innovative: la possibilità per i direttori generali di riportare in servizio medici andati in pensione che hanno ancora energie e volontà di dare una mano, i due bandi per medici laureati e abilitati ma non specializzati da inserire nei Pronto Soccorso e nell’area della medicina e geriatria che hanno avuto 524 adesioni, un documento in 16 punti per dare risposte emergenziali e strutturali, che è diventato la posizione ufficiale e unanime delle Regioni italiane, ed è stato inviato al Governo e al Ministero della Salute perché ne facciano buon uso, inserendolo con urgenza in uno degli imminenti provvedimenti governativi e parlamentari”.

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