“Sessantotto nuovi medici di medicina generale si sono diplomati e sono pronti a entrare nel sistema della sanità territoriale del Veneto. Una bella notizia, in un momento storico nel quale la carenza di camici bianchi, non solo ospedalieri, è un tallone d’Achille della sanità italiana”. Ne dà notizia l’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, commentando gli ottimi risultati delle sessioni di colloquio finale del triennio della Scuola di Formazione Specifica di Medicina Generale della Regione. I colloqui sono stati condotti alla presenza della Commissione d’esame composta dal dottor Maurizio Scassola in rappresentanza dell’ordine dei medici, dottor Paolo Sarasin MMG, dottor Fausto Rigo direttore della UO di cardiologia dell’ospedale di Mestre, professor Roberto Vettor professore ordinario di medicina interna di Padova e dalla dottoressa Anita Gallucci in rappresentanza del Ministero della Salute, nonché della dottoressa Maria Cristina Ghiotto in qualità di responsabile regionale della Scuola di formazione specifica di medicina generale. “Non solo abbiamo forze giovani e ben preparate da mettere in campo – aggiunge la Lanzarin – ma registriamo anche che il 74% dei nuovi medici sono donne: un segnale inequivocabile e positivo che la medicina è sempre più declinata al femminile. Ė un evento molto importante, non solo a fronte delle carenze di medici di famiglia che si riscontrano nell’intero territorio regionale, ma soprattutto perché la figura del MMG ricopre un ruolo centrale nell’assistenza territoriale e per la presa in carico della cronicità, grande sfida del nostro sistema sanitario”. “L’alta qualità delle tesi presentate dai candidati – aggiunge la Lanzarin – ci fornisce un altro riscontro molto significativo: si tratta di nuovi medici molto ben preparati, attenti all’evoluzione della realtà sociosanitaria veneta, e già proiettati nel futuro della loro professione”. Molte delle tesi presentate erano centrate proprio sulla cronicità, sull’importanza del rapporto medico – paziente e sul ruolo attivo che le persone sono chiamate ad esercitare nell’affrontare i propri problemi di salute. Molti gli spunti innovativi proposti dai giovani medici relativamente alle attività di prevenzione svolte presso gli ambulatori dei MMG con particolare attenzione ai fattori di rischio, alla proposta di brochure informative per MMG e pazienti; alla presa in carico dei pazienti in fase terminale in cui la presenza del MMG costituisce elemento di riferimento per il paziente e la famiglia.L’evento corona quindi un percorso formativo di durata triennale, in cui si sono alternate lezioni d’aula e tirocini pratici svolti presso gli studi dei medici di medicina generale e presso le strutture della rete ospedaliera e distrettuale della Regione, valorizzando le competenze dei professionisti che lavorano nel sistema sanitario regionale e che, in qualità di tutor, sono chiamati a trasferire conoscenze ed abilità ai nuovi medici.