“Sarà un anno pieno di incertezze”

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Più che una rotta certa, a vedere l’indice di fiducia degli imprenditori padovani e trevigiani, il 2020 sarà una navigazione a vista. Il sentiment sull’attuale stato di salute dell’economia italiana è dominato dall’incertezza, pari al 73,6% dei giudizi degli imprenditori (74,5% nella manifattura), dieci punti in più del terzo trimestre 2017. Le valutazioni negative toccano il 22,4%, si riducono al lumicino quelle positive (4,0%), ai livelli più bassi dall’inizio della serie storica delle rilevazioni congiunte nel 2017. Quanto alle prospettive dell’economia italiana nella prima parte del nuovo anno, i pessimisti tornano ad essere maggioranza: 48,4% (dal 14,2% nel terzo trimestre 2017), rispetto al 45,0% di giudizi incerti e al 6,6% di ottimisti (erano il 25,0% due anni fa). Insomma, per gli imprenditori di Padova e di Treviso il 2020 non sarà «un anno bellissimo», ma verosimilmente incerto e accidentato, tra le nubi all’orizzonte dell’economia mondiale, la guerra dei dazi – e ora l’onda d’urto da Teheran – la crisi dell’auto e la «quasi» recessione tedesca, che alimentano interrogativi sulla capacità di tenuta dell’industria.Le valutazioni sulle condizioni operative della propria impresa rimangono sfavorevoli, soprattutto nell’industria in senso stretto; sono in peggioramento sia le attese di produzione sia i giudizi sulla domanda a breve, anche per una minore crescita delle esportazioni. La produzione nel primo trimestre del 2020 è attesa in crescita dal 25,1% delle imprese manifatturiere, in calo dal 17,4% (saldo di opinione +7,7), prevalgono le aspettative di stagnazione (57,5%). Peggiorano le previsioni sulla domanda interna, in aumento per il 19,0%, in calo per il 26,3 (saldo -7,3), stagnante per il 54,7%. Ancora positivi i giudizi sulla domanda estera, ma in rallentamento: ordini in aumento per il 31,6%, in contrazione per il 16,6%. Le imprese prefigurano una sostanziale stabilità dei livelli occupazionali (67,0%), il 34,3% (dal 39,8 della rilevazione precedente) prevede assunzioni nella prima parte del 2020. Il rallentamento del ciclo economico e le tensioni commerciali internazionali, da un lato, l’incertezza, anche politica, e sull’operatività degli incentivi fiscali, dall’altro, raffreddano gli investimenti: tra le imprese prevale la quota di quelle che prevedono di mantenere stabili gli investimenti nei prossimi mesi (58,9%), ma le previsioni di contrazione (21,2%) superano quelle di aumento (19,9%, quattordici punti in meno del terzo trimestre 2017). Sono i risultati dell’Indagine sulle aspettative economiche e di crescita condotta da Assindustria Venetocentro, in collaborazione con Fondazione Nord Est, tra ottobre e novembre 2019 su un campione di 576 aziende delle due province. “Servirebbero più fiducia e più stabilità, e una politica che non punti a vincere nelle urne ma a dare risposte e soluzioni per un Paese migliore”, dichiara Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro . Per MassimoFinco, presidente vicario, “serve uno shock positivo, un intervento organico di politica industriale”.

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