“Nel processo contro i vertici Miteni per il disastro ambientale conseguente alla contaminazione da Pfas entrano come responsabili civili obbligati al risarcimento dei danni due importanti multinazionali. E’ un bellissimo risultato, che premia mesi di lavoro preparatorio insieme ai legali e alle parti coinvolte in questa terribile vicenda di inquinamento, la più grave accaduta in Italia insieme a Seveso”.
Con queste parole il presidente del Veneto, Luca Zaia, accoglie la notizia che il Giudice dell’Udienza preliminare di Vicenza, Roberto Venditti, ha accolto nella sua interezza la specifica istanza in questo senso formulata dall’avvocato Fabio Pinelli, che tutela gli interessi della Regione Veneto costituita parte civile, e ha disposto la citazione, quali parti del processo in corso davanti all’Autorità giudiziaria vicentina della giapponese Mitsubishi Corporation Inc. e della lussemburghese International Chemical Investors S.E.. Stessa decisione è stata assunta nei confronti della Società Miteni, nel frattempo fallita, che dovrà dunque concorrere al risarcimento del danno da reato.
Anche Legambiente Veneto e il Circolo Legambiente Perla Blu di Cologna Veneta esprimono soddisfazione per il riconoscimento a pieno titolo tra le parti civili nel processo contro i presunti responsabili dell’inquinamento da PFAS, rispetto ai quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per i reati di disastro innominato ed avvelenamento delle acque.
Legambiente si è costituita parte civile in questo processo, attraverso il lavoro degli avvocati Giuliasofia Aldegheri ed Enrico Varali del Centro di Azione Giuridica dell’associazione, che hanno saputo rispondere alle eccezioni sollevate dagli imputati, portando il giudice a confermare la legittimazione a stare in giudizio come parte offesa e danneggiata del reato sia il livello territoriale, con il Circolo Legambiente Perla Blu di Cologna Veneta, che quello regionale, con la legittimazione di Legambiente Veneto. Gradimento di Legambiente che vale anche per l’accoglimento tra le parti civili di tutte le altre associazioni ambientaliste che nel tempo si sono impegnate sulla vicenda.
“Siamo molto soddisfatti per l’accoglimento nel processo – dichiara Piergiorgio Boscagin della segreteria regionale dell’associazione – che conferma la verità sulla dimensione del disastro. Quello da Pfas è un inquinamento che sta mettendo a repentaglio la qualità della vita di centinaia di migliaia di cittadini, non solo di operai e singoli ricorrenti. Giusto che questo processo veda Legambiente, e le altre principali associazioni ambientaliste che lavorano per la tutela degli interessi diffusi e collettivi, dar battaglia nel nome del popolo inquinato che esige verità, sicurezza e salubrità per l’ambiente in cui vive a prescindere dai valori di accumulo di Pfas nel sangue”.