Servizio civile, cambiano le regole. Da nazionale diventa universale, la programmazione assume un respiro triennale e cambiano le regole di progettazione e di lavoro per gli enti. Novità che riguardano in prima battuta le decine di enti pubblici, privati e del terzo settore del Veneto che stanno impegnando attualmente un migliaio di giovani volontari in progetti di servizio civile. Ma che investiranno anche i giovani under 29, che verranno ammessi ai progetti finanziati dal Dipartimento nazionale.
Per aiutare le decine di enti ad affrontare le novità del nuovo bando nazionale, che scade il prossimo 31 marzo, l’assessore regionale alla sanità e al Sociale Manuela Lanzarin ha promosso un incontro tecnico con la direttrice dell’Ufficio del servizio civile universale presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, Titti Postigione.
Al centro dell’incontro, che ha coinvolto i rappresentanti e i progettisti degli enti pubblici e privati accreditati all’Albo nazionale del servizio civile universale, la nuova programmazione del servizio civile universale, la sua valorizzazione, cosa cambia con il nuovo bando, sperimentazione di nuovi progetti e di nuove prassi secondo le linee guida del piano triennale 2020-22 e del piano annuale 2020.
Con le nuove modalità di programmazione, gli enti del servizio civile universale sono chiamati a presentare insieme ai progetti specifici anche il programma generale di azione e a lavorare in rete. Si ampliano gli ambiti di impiego dei volontari (dall’agricoltura sostenibile, a quella nelle zone montane, ad interventi per la pace e i diritti umani), si favoriscono le reti tra enti al fine da favorire interventi efficaci, multidisciplinari e intersettoriali, le regole organizzative del servizio stesso diventano più flessibili: la durata del servizio potrà essere anche inferiore ai 12 mesi, il monte ore scende da 30 a 25 la settimana.