«Quello che deve partire immediatamente dall’Italia è un forte segnale di credibilità internazionale, che rassicuri partner commerciali, turisti e imprese. Per farlo serve tornare rapidamente alla normalità ed evitare toni allarmistici. Rischiamo di farci male da soli. E poi, servono misure choc per far ripartire un’economia già stagnante, come le categorie economiche, venete e lombarde, stanno chiedendo da giorni. Ma occorre che il Governo si muova subito, con forza e unitarietà».
A dirlo è la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton. «L’emergenza sanitaria è diventata anche economica e qui il virus del panico rischia di fare i danni ingenti. Lo stiamo vedendo tutti i giorni come imprenditori. Il Made in Italy che vive d’immagine non può avere contraccolpi di immagine, vale per l’agroalimentare così come per la nostra manifattura d’eccellenza e il turismo. Dobbiamo uscire da questo circolo vizioso e autolesionista. Abbiamo aziende che non possono svolgere la normale attività commerciale all’estero, con trasferte bloccate, problemi di fornitura e addirittura di accesso a paesi stranieri. Siamo davvero preoccupati e l’auspicio è che l’emergenza rientri velocemente, che tutto sia ricondotto a una dimensione razionale e meno emotiva, senza sottovalutare i rischi sanitari, ma allo stesso tempo senza un eccesso di panico immotivato, in Italia e all’estero».«Invito tutte le Istituzioni a promuovere provvedimenti responsabili che tengano conto del cuore produttivo del Paese. La salute ha la priorità assoluta, ma l’economia arriva subito dopo e adesso è giunto il momento di prenderci cura di essa con l’attenzione che – a livello centrale – manca da troppo tempo. Occorrono immediati interventi normativi che introducano misure di sostegno alle imprese di natura finanziaria, di sostegno al lavoro e di politica estera». «Oltre al danno economico va considerato il danno reputazionale, che avrà un impatto significativo sulla nostra economia nel medio e lungo periodo, in modo trasversale su tutti i settori: dal turismo all’occhialeria e alla metalmeccanica. Prepariamoci a lavorare duramente per recuperare la nostra credibilità internazionale. Ogni giorno che rimaniamo fermi diamo un colpo al cuore della nostra economia, peraltro già fragile».