“Ogni giorno in più sotto ordinanza va contro l’auspicato ritorno alla normalità ed è assolutamente nocivo per le attività produttive e per l’intera filiera della creazione del valore”.
È la posizione di Confapi Veneto, espressa dal presidente Manfredi Ravetto, riguardo al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° marzo. “È più che mai urgente e necessario che la Regione Veneto faccia sentire la propria voce con forza nei confronti del Governo, per evitare che questa situazione si protragga ulteriormente oltre l’8 marzo”, ha detto. Prima ancora che di aiuti, le imprese hanno bisogno di un piano per il territorio e di un programma straordinario di investimenti. Sotto a questo aspetto, la Regione è chiamata a fare la sua parte: si cominci sbloccando le opere di sua competenza, velocizzando i pagamenti dell’Ente e mobilitando le risorse disponibili, anche modificando la programmazione dei Fondi FSE e FESR. Non dimentichiamo che il tessuto della nostra economia è composto in maggioranza da piccole e medie imprese, quelle che si trovano già da oggi a pagare il prezzo più alto agli allarmismi legati al Coronavirus», conclude Ravetto. La diffusione del Coronavirus può generare impatti significativi per tutta l’economia italiana. In Lombardia e Veneto – regioni nelle quali sono già in vigore provvedimenti che limitano la mobilità delle persone e l’esercizio di attività economiche – si concentra il 31,4% del PIL nazionale, il 40,5% delle esportazioni, oltre un quarto (25,3%) delle presenze turistiche, un terzo (32,5%) di quelle straniere.
Per Ravetto urge tornare quanto prima alla normalità. Alla Regione Veneto Confapi chiede di farsi portavoce col Governo delle esigenze del mondo economico e di mobilitare tutte le risorse disponibili, anche modificando la programmazione dei Fondi FSE e FESR.