«La qualità dei prodotti agricoli non si può barattare con la sicurezza alimentare. Noi produttori intendiamo continuare ad offrire al consumatore finale dei prodotti di qualità ed al giusto prezzo, coltivati in maniera chiara ed inequivocabile, cosa che non avviene quasi mai per i prodotti stranieri». Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù intervengono dopo aver rilevato il crollo dei prezzi nelle campagne italiane, dal -24% per il grano duro al – 57% per i peperoni, con riduzione delle quotazioni del 34% per il latte, del 48% per i pomodori e del 54% per le arance su valori al di sotto dei costi di produzione, che spingono all’abbandono di campagne e stalle. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione ad aprile, sulla base delle rilevazioni Ismea alla terza settimana del mese. «e sullo scaffale per i consumatori i prezzi sono praticamente stabili (-0,1%), nelle campagne – aggiungono il presidente Cerantola ed il direttore Palù – la situazione alla produzione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili. A pesare sono anche gli effetti dell’embargo russo – concludono il presidente Cerantola ed il direttore Palù – che ha azzerato completamente le esportazioni di ortofrutta, formaggi, carni e salumi made in Italy, ma ha anche provocato una devastante turbativa sui mercati agricoli europei, che ha messo in crisi moltissime aziende agricole».