La Regione Veneto dà il via libera al sistema di accreditamento di forme di welfare collettive: assistenza sanitaria integrativa, fondi bilaterali, fondi di previdenza complementare, forme collettive e negoziali di assistenza integrativa, a gestione bilaterale, che derivano da accordi sottoscritti dalle parti sociali, oppure forme di welfare collettive, non di natura contrattuale, promosse da enti locali, fondazioni, associazioni, imprese sociali, cooperative sociali ed altri organismi non profit. Un nuovo universo di forme mutualistiche di assistenza, che vanno a costituire la cosiddetta ‘terza gamba’ nel sistema della previdenza sociale, integrativa rispetto alla previdenza/sanità pubblica e a quella delle assicurazioni private.
Istituendo il sistema “Veneto Welfare” la Regione ha voluto definire requisiti e modalità di queste forme integrative, per tutelare i fruitori di questi servizi di welfare e al tempo stesso promuovere nel territorio forme strutturate, efficienti nella gestione, trasparenti e dai costi contenuti e che investano le risorse nel territorio regionale.
“Bisogna guardare con realistica serietà al futuro di uno stato sociale che, così com’è, faticherà a reggere. L’invecchiamento della popolazione e la drammatica caduta delle nascite presto renderanno la popolazione attiva, oggi 1,7 milioni di veneti occupati (fonte Veneto Lavoro), insufficiente a reggere quel sistema di servizi alla persona a cui ci siamo abituati”, spiega l’assessore regionale al Lavoro, che ha portato in approvazione la delibera di avvio del sistema di accreditamento.