“Serve chiarezza”

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Per il presidente Valerio le imprese sono pronte a fare la loro parte”. Mettere le aziende e le farmacie che producono presidi sanitari a lavorare giorno e notte. Sostegni economici.

“Prendiamo atto delle misure contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio, con l’auspicio che siano utili nel contrastare l’emergenza. Le nostre imprese hanno compreso che servono misure eccezionali per contenere il contagio e sono pronte a fare la loro parte, come già stanno facendo da giorni. Ciò che chiediamo, però, è maggiore chiarezza nelle direttive sui comportamenti”. E’ questo il commento di Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova. “Quello che le aziende del nostro territorio in gran parte già fanno deve essere normato e imposto in tutta Italia in un linguaggio “sburocratizzato”, che non lasci adito a incertezze di interpretazione. Aziende e uffici devono seguire dei protocolli precisi, dettati da un decreto che spieghi come deve avvenire la sanificazione e illustri le norme di igiene quotidiana da seguire, perché il buon senso è prezioso ma non basta. Crediamo anche che il Governo -aggiunge- dovrebbe mettere al lavoro le aziende e le farmacie che producono presidi sanitari giorno e notte, arrivando a sostenerle economicamente e stabilendo turni straordinari di lavoro con i sindacati. Per quanto concerne le misure economiche- sottolinea il presidente di Confapi- la linea non può essere che quella espressa dal presidente nazionale della Confederazione Maurizio Casasco. Giusto defiscalizzare e decontribuire, ma alle aziende serve liquidità e il sistema bancario non regge da solo, per cui quello che serve è defiscalizzare gli investimenti dei fondi, rivedere il Codice degli Appalti, sbloccare i cantieri già finanziati. Inoltre è urgente che Governo, Regioni e tutti gli enti della Pa (Asl comprese) saldino i debiti pregressi con le imprese e accorcino i tempi di pagamento. E poi occorre più flessibilità del lavoro: per tutto il tempo dell’emergenza va modificato il decreto Dignità sulle causali a tempo determinato e la disciplina dei voucher. È ormai evidente -conclude- che l’Unione Europea deve fare di più per aiutarci. Abbattiamo le clausole di salvaguardia, rivediamo la regola del 3% deficit/Pil, mettiamo tutti gli interventi fuori dal Patto di Stabilità. E i fondi che l’Italia versa all’UE ritornino nel Paese con destinazione vincolata al superamento della crisi”.

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