Le stime dei Consorzi di tutela dei vini veneti dicono che lo stop dei consumi, a causa della crisi sanitaria del Coronavirus, ha già tagliato del 30-40 le vendite delle bottiglie a denominazione d’origine. Al momento tengono solo i consumi nella grande distribuzione, ma sono azzerati quelli del circuito della ristorazione, degli hotel, di bar ed enoteche (Horeca) e sono ferme le esportazioni.
A tastare il polso del sistema veneto dei vini di alta gamma, che rappresentano il 96 per cento della produzione vitivinicola regionale, è l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan che, insieme ai tecnici della Direzione regionale Agroambiente, si è confrontato con presidenti e direttori dei 23 Consorzi di tutela attivi nel territorio regionale.
A preoccupare i consorzi dei vini DOP del Veneto sono le prospettive per la prossima vendemmia, i surplus produttivi che si genereranno in cantina a fronte del vino 2019 rimasto invenduto, la crisi di liquidità determinata dalla frenata di vendite ed export, gli impegni finanziari richiesti dai programmi di promozione e commercializzazione OCM che, nelle richieste dei produttori, andrebbero quantomeno rinviati a fine anno o al 2021.
“Il calo della domanda complessiva si protrarrà per diverse settimane e la ripresa sarà lenta e graduale, e non solo in Italia ma anche nei nostri mercati di riferimento – ha premesso l’assessore – Dobbiamo prepararci a fronteggiare i contraccolpi nel medio e lungo periodo. Per questo ho avviato questa iniziativa di monitoraggio costante del settore, per poter decidere insieme ai consorzi dei produttori le strategie più utili e programmare le prime misure in vista della vendemmia e dei futuri programmi di sostegno, evitando di dare segnali negativi al mercato e di offrir il fianco a speculazioni. Gli strumenti ci sono, dalla riduzione della resa, all’aumento degli stoccaggi, fino a forme parziali di ‘vendemmia verde’ o distillazioni di crisi (anche se limitata a contesti particolari), o meglio ancora gestione regolata degli esuberi: li stiamo già valutando con il Ministero e gli uffici della Ue. L’obiettivo è superare questo ‘annus horribilis’ limitando le quantità di produzione, ma concordando insieme metodo e scelte. Poi bisognerà pensare alla prossima stagione: tutti i fondi risparmiati ora da aziende e consorzi a seguito dell’annullamento di fiere e manifestazioni, dovremo investirli in una futura grande campagna di promozione e commercializzazione”.