Colmare i vuoti di organico nelle case di riposo venete

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Gli organici nelle case di riposo, il riconoscimento premiale per il personale impegnato nella gestione dell’emergenza Covid 19 e la ‘ri-partenza’ anche economico-finanziaria delle strutture di assistenza: sono i temi al centro del confronto odierno in Regione tra l’assessore alla Sanità e al Sociale e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli operatori delle Ipab di assistenza alle persone non autosufficienti (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fisascat Cisl e Uiltc).
“Un confronto puntuale, articolato e costruttivo – fa sapere l’assessore Manuela Lanzarin, al termine dell’incontro – che prosegue il dialogo in essere con i rappresentanti degli enti (Uripa e Uneba) nel comune impegno volto ad individuare i possibili percorsi per dare una risposta alle esigenze operative di centinaia di strutture residenziali per anziani presenti in Veneto e di migliaia di operatori, in particolare infermieri e Oss, che si sono fatti carico con sacrificio e professionalità della continuità del servizio assistenziale agli ospiti in una fase di gestione emergenziale, aggravata dalle misure di isolamento per il contenimento del contagio e dall’impoverimento degli organici. La Regione intende perseguire tutte le vie possibili per ridare serenità ai gestori e agli operatori delle strutture per anziani, per qualificare e valorizzare le competenze sociosanitarie del personale e per assicurare il mantenimento degli standard assistenziali e di sostenibilità degli enti e delle strutture”. In merito alla carenza di personale l’assessore ha ricordato l’impegno formativo assunto dalla Regione con i corsi per Oss e la nuova procedura avviata su scala regionale, attraverso l’avviso pubblico di Azienda Zero, per aiutare le strutture residenziali ad assumere infermieri e operatori sociosanitari adeguatamente formati. Quanto alla richiesta di estendere anche al personale delle case di riposo il riconoscimento premiale attribuito a medici e infermieri della sanità, l’assessore, nel condividerne lo spirito e l’opportunità come peraltro già pubblicamente espresso anche in occasione del pronunciamento unanime del Consiglio regionale del Veneto, ha segnalato la necessità di un intervento normativo in sede nazionale. “Il decreto 18/2020 (il cosiddetto “Cura Italia”) – ha ricordato l’assessore – non assegna risorse ad enti e strutture diverse da quelle appartenenti al servizio sanitario regionale, né la Regione ha spazi di autonomia in materia di ordinamento civile e contrattuale”. Infine assessore e rappresentanti sindacali hanno condiviso l’esigenza di continuare il confronto tra le parti rispetto alle tematiche aperte e agli sviluppi dei provvedimenti già adottati e di quelli in itinere.