Turismo in Veneto, numeri da brivido

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Numeri da brivido quelli che, in Veneto e nelle sue splendide province, come lo è Verona, riguardano il turismo e l’economia che lo anima e che da esso viene animata. “La provincia scaligera, durante l’intero scorso anno, ha registrato un -58,4% di presenze rispetto al 2019, che equivale ad una perdita totale di 10 milioni e 526mila presenze e 3milioni 163mila arrivi, con pesanti ricadute su tutti i comparti coinvolti, tra i quali spicca l’artigianato”. Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, commenta così i dati del rapporto 2020 della Regione Veneto, il quale evidenzia un rilevante e scontato calo delle presenze a causa del Covid-19.
“Quello che ci auguriamo – continua Iraci Sareri –, è che il nuovo Ministero dedicato esclusivamente al turismo, e con portafoglio, che in Italia mancava da più di 30 anni, ridia rilevanza a quella che, per il Veneto e il nostro territorio, è una vera e propria locomotiva economica, con numeri che da anni ci pongono saldamente ai primi posti, sia per arrivi sia per pernottamenti”.
Dal rapporto 2020 della Regione Veneto, in provincia di Verona, emerge un calo più contenuto delle presenze turistiche italiane (-34,7%) rispetto a quelle straniere (-65,8%). La particolarità dell’offerta turistica del Veronese, che mette assieme più caratteristiche di comprensorio, come Città d’Arte, Lago e Montagna, ne fanno la seconda provincia veneta ad aver subito i contraccolpi più pesanti, dopo Venezia, a causa della pandemia.
Si stima, quindi, che la crisi tagli oltre il 60% del valore della spesa turistica veneta registrata nel 2019 ed il 63% del fatturato delle imprese del settore “core” della filiera turistica che, per l’artigianato veneto, significa 16mila312 imprese (al 31 dicembre 2020) mentre per la provincia di Verona si tratta di 2.809 attività, che danno lavoro a 9.861 addetti. Le cessazioni sono state ben 202, il 13,2% sul totale dell’artigianato. Tra i settori più colpiti, le attività ricreative, culturali e intrattenimento, che a Verona hanno registrato un tasso di sviluppo del -44,4%.
Secondo Confartigianato, in Veneto vanno costruite proposte turistiche in grado di preservare l’autenticità dei nostri territori e di mantenerli luoghi vivi e attrattivi, di combattere lo spopolamento e favorire la qualità della vita dei residenti e le attività produttive che prosperano in un sistema ecosostenibile. “Prima della pandemia – spiega Iraci Sareri – molte località fra quelle più ricercate dai turisti, anche nella nostra provincia, hanno rischiato di perdere la loro identità, le botteghe hanno lasciato il posto a negozi stereotipati, le abitazioni sono state sostituite da affittacamere, spesso abusivi, e anche molti ristoranti hanno abbandonato la cucina locale per menù anonimi e standardizzati. Crediamo che sia indispensabile rilanciare l’artigianato e il territorio che lo contiene prima che il danno sia irreversibile, perché siamo convinti che la chiave del futuro del turismo stia nell’autenticità e nel benessere di tutta la comunità locale, fatta di imprese, turisti e residenti”.