Parte la bonifica all’ex discarica Ecoidrojet

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Su proposta dell’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, la Giunta regionale del Veneto ha finanziato, attraverso un contributo di 2.710.000 euro al Comune di Paese (Treviso), un importante intervento di bonifica dell’ex discarica denominata “Ecoidrojet” su un sito di ex cava di ghiaia e sabbia nella frazione di Castagnole.
Si va ad intervenire su un problema datato. Già da tempo, infatti, gli enti di controllo avevano constatato una contaminazione delle acque di falda a valle del sito. La Provincia di Treviso, con proprio atto del 2012, aveva infatti invitato il Comune (Ecoidrojet nel frattempo era fallita) ad attivare gli interventi di bonifica in via sostitutiva ai sensi della normativa prevista dal Decreto legislativo 152/2006 e a porre in essere le pratiche gestionali idonee a impedire il deterioramento delle matrici ambientali interessate dalla presenza della discarica stessa.
“Il Comune ha provveduto ad attivare una specifica conferenza di servizio con gli enti competenti – spiega l’assessore Bottacin – a seguito della quale è stato approvato il progetto esecutivo per la messa in sicurezza permanente e il monitoraggio di tale sito, integrato per una gestione decennale. Il progetto costituisce un intervento sostitutivo e prevede in particolare la manutenzione della copertura della discarica e delle opere di sgrondo acque, il monitoraggio dell’area e la gestione del percolato”.
“Nei mesi scorsi il Comune ci ha inviato una richiesta di contributo – prosegue l’Assessore – per poter dare seguito ai lavori evidenziati nel progetto, che riguarda un’area di oltre 52.000 metri quadri. Vista la rilevanza di tale intervento, abbiamo perciò deliberato di mettere a disposizione dell’Amministrazione comunale ben 2.710.000 euro. È una cifra importante, che va a coprire praticamente l’intera spesa prevista”.
A creare pressione sulle matrici ambientali circostanti e sul sito è principalmente il percolato, presente all’interno del corpo discarica. Da qui la necessità di asportarlo, al fine di evitare nel tempo una contaminazione delle acque sotterranee.
“Nel nostro percorso di finanziamento – conclude l’assessore Bottacin – ci siamo ovviamente mossi seguendo un approccio altamente scientifico, partendo dall’anagrafe dei siti contaminati, predisposta dal nostro braccio operativo rappresentato da Arpav, e proseguito, poi, con il conseguente lavoro degli uffici regionali sulla base di ulteriori elementi di raffronto”.