AGORDO E CADORE DEPOTENZIATI GLI OSPEDALI

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Differenziale montagna sparito, sia nel numero dei posti letto, sia nelle risorse a disposizione. Se a questo si aggiunge il depotenziamento degli ospedali “periferici” di Agordo e Pieve di Cadore, si capisce come la situazione della sanità in montagna non tenda a migliorare. Anzi. Il malcontento cresce ogni anno di più tra la popolazione, specie nella parte alta del territorio. Da non dimenticare anche i cospicui tagli effettuati con l’ultimo Piano socio-sanitario regionale del 2013-2016. E con un servizio socio-sanitario che non corrisponde agli standard che la gente si attende, il territorio continua a spopolarsi. Qualche numero. «Rispetto alla media di cinque posti letto per mille abitanti, col nuovo piano siamo passati a 3,4, senza nessuna distinzione tra pianura e montagna», sbotta Guido Trento. «Con questo scherzo, l’Usl 2 di Feltre da circa 500 posti letto per acuti è scesa a 282, mentre l’Usl 1 da circa 800 è arrivata a quota 540». «Insieme a questo si sono perse anche otto unità operative complesse nel Bellunese e due nel Feltrino, tra cui una strategica come quella del Centro trasfusionale e di Biologia molecolare». A soffrire maggiormente dei drastici tagli sono stati i nosocomi dell’Agordino e del Cadore: alcuni servizi sono stati spostati al San Martino, come la Telerefertazione e la Guardia attiva cardiologica, il Laboratorio analisi, la Radiologia e l’Attività endoscopica.

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