La sanità in Veneto cerca nuovi sbocchi

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La Sanità del futuro dovrà farsi trovare pronta non solo a possibili nuove emergenze, ma anche alle implacabili previsioni sociodemografiche del nostro Paese, che rispecchiano quelle regionali. Si evolvono le forme familiari, con il decollo delle famiglie unipersonali: gli abitanti del Veneto che vivono soli sono quasi 1 su 3 (29,1%), il 59,2% delle quali ha oltre 60 anni. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione porta a una moltiplicazione di patologie invalidanti e cronicità, che generano alti fabbisogni sociosanitari e di assistenza: in Veneto, oltre 1 su 3 degli over 75 ha multicronicità e limitazioni gravi (39,6%). In quest’ottica, si rende sempre più necessario il passaggio da una medicina riparativa a una attiva di prevenzione. Questo includerà non solo il recupero delle visite mancate durante il periodo Covid (-18,8% screening di prevenzione oncologica e -17,3% relative diagnosi in Veneto), ma anche una più alta adozione di stili di vita salutari per innalzare le persone in buona salute che, in Veneto, sono il 73,2%.
Da una fotografia scattata dal Rapporto Janssen-Censis sulla Sanità in Italia, presentato in occasione della prima edizione di “The Italian Health Day”, gli italiani sembrano avere le idee ben chiare in merito alle caratteristiche della Sanità post-Covid e ai protagonisti che la animeranno.
I cittadini hanno evidenziato in primis il ruolo chiave dell’innovazione, decisiva per migliorare la cura, i percorsi assistenziali e le difese dalle nuove emergenze. Sono oltre 9 su 10 le persone che hanno fiducia nei ricercatori scientifici (90,9%) e altrettanti coloro i quali ritengono che la spesa pubblica in ambito salute rappresenti un investimento e non un costo (93,7%). Tanto per la sperimentazione scientifica quanto per garantire che le cure arrivino velocemente ai pazienti risulta però essenziale la cooperazione tra Stati e imprese del farmaco (90,1%), le quali godono della fiducia di ben 2 italiani su 3 (66,4%). Gli innovatori, incluse le imprese, non sono più percepiti come una componente esterna della Sanità, ma attori decisivi che permettono di ottimizzare l’impatto sulla salute e la qualità della vita dei pazienti.
“The Italian Health Day” si è tenuto oggi presso il Ministero della Salute a Roma e ha visto dibattere sul tema del Sistema Salute italiano attuale e futuro il Dirigente Organizzazione Modelli Sanitari Territoriali di AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) Alice Borghini, il Segretario Generale Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino, Daiana Taddeo, Area Ricerca Nazionale SIMG (Società italiana di Medicina Generale e Cure Primarie), il Direttore Generale Censis Massimiliano Valerii e il Presidente di Janssen Italia e Head of External Affairs Johnson & Johnson Italia Massimo Scaccabarozzi. La ricerca è stata realizzata nell’ambito del progetto “I Cantieri per la Sanità del Futuro”, avviato nel 2021 da Censis e Janssen Italia al fine di individuare le direttrici di sviluppo della Sanità post-Covid.
Secondo gli italiani, la Sanità del futuro dovrà essere sempre più paziente-centrica e su misura: il 94,3% auspica una maggiore personalizzazione di cure, con il 92,9% che si aspetta che i percorsi di cura, dal domicilio, al territorio fino agli ospedali, siano modulati sulle esigenze personali del paziente.