Restauro, coinvolgere le accademie

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“La Regione del Veneto ha sempre avuto un pensiero strategico per il restauro, comprendendo che, anche nei momenti di ristrettezze del bilancio regionale, questo dovesse essere un settore presidiato. Prima di tutto perché la bellezza è la nostra materia prima e va tutelata, secondo perché genera occupazione di qualità, terzo perché riteniamo che su questo si debba investire e investire molto di più”.
Lo ha detto oggi l’Assessore regionale al lavoro, istruzione e formazione intervenendo a Venezia, a palazzo Ducale in occasione del convegno “Frammenti di vita quotidiana. Il restauro archeologico tra didattica, ricerca e valorizzazione”.
L’Assessore ha ricordato che, in totale, dal 2016 ad oggi la Regione del Veneto ha stanziato risorse pari a ben 15.100.000 euro (2,5 milioni all’anno, tranne nell’anno 2021 che sono state 2,6), attraverso le quali sono stati attivati 143 percorsi (115 del triennio e 28 di perfezionamento/specializzazione) coinvolgendo 1.778 destinatari (di cui 1.597 nei percorsi triennali e 181 nei percorsi di perfezionamento tecnico e di specializzazione). Nel solo 2021 i corsi attivati per le tre annualità sono 18 con 231 partecipanti, ai quali vanno aggiunti 6 corsi di specializzazione con 53 partecipanti, per un numero complessivo di 284 destinatari.
“È necessario che si prosegua nel rafforzamento dei percorsi di formazione – ha sottolineato ancora l’Assessore regionale al lavoro -. Il Veneto merita di avere un centro di eccellenza per il restauro, a partire dall’Istituto Veneto per i Beni Culturali, che è altamente specializzato nel restauro delle ville venete, di materiale lapideo, mosaici e vetri, con il coinvolgimento strutturale delle nostre università e delle accademie”.