Laboratorio di cosmesi bio, orto biologico, lavanderia e stireria per alberghi, atelier di sartoria e relativi punti-vendita, attività teatrali e culturali: sono le attività nelle quali sono impegnate le donne recluse della casa di reclusione femminile di Venezia, attualmente una settantina, di cui quattro con figli che frequentano il nido o la scuola per l’infanzia. «La Giudecca rappresenta una realtà modello e straordinariamente moderna, nel panorama delle case di reclusione del Veneto, grazie alla forte integrazione con il volontariato e la società civile e alla presenza di numerose cooperative sociali che non solo assicurano una possibilità occupazionale nel periodo di detenzione ma anche possibilità di reinserimento sociale e lavorativo», sottolinea l’assessore al Sociale Manuela Lanzarin, in visita all’ex convento ‘delle Convertite’ adibito dagli Austriaci a casa di reclusione femminile. «Il carcere deve essere luogo di rieducazione e di restituzione alla vita sociale – dichiara l’assessore – e l’istituto della Giudecca si qualifica come una esperienza possibile e replicabile, che la Regione intende sostenere e valorizzare». Il bilancio regionale 2016 riserva 300 mila euro per sostenere progetti di formazione, riabilitazione e inserimento sociale negli istituti di pena del Veneto. Con l’ultimo bando i laboratori e i progetti rieducativi della Giudecca sono stati finanziati dalla Regione con oltre 100 mila euro.