Gli sprechi italiani sono pari al pil veneto

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PAOLO ZABEO CGIA MESTRE

Il cattivo funzionamento, gli sperperi e le inefficienze della nostra macchina pubblica gravano sulle famiglie e sulle imprese italiane per oltre 180 miliardi di euro all’anno; un importo leggermente inferiore al Pil del Veneto del 2023 (190 miliardi di euro). A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA. Purtroppo, le regole tortuose e complicate della nostra burocrazia statale, i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione (PA), la lentezza della giustizia civile, gli sprechi nella sanità e nel trasporto pubblico locale sono da tempo una spina nel fianco dell’economia del nostro Paese. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
Sebbene sia sempre sbagliato generalizzare, visto che anche la nostra PA può contare su punte di eccellenza centrali e locali che ci sono invidiate in molti paesi europei, gli sprechi, gli sperperi e le inefficienze presenti nella nostra burocrazia pubblica sono una amara realtà che, purtroppo, hanno e continuano a ostacolare la modernizzazione del Paese.
Su 208 regioni europee monitorate nel 2021 dall’Università di Göteborg, la prima realtà italiana la scorgiamo al 100° posto ed è la Provincia Autonoma di Trento. Seguono al 104° le strutture pubbliche presenti nel Friuli Venezia Giulia, al 109° quelle ubicate in Veneto e al 117° quelle insediate nella Provincia di Bolzano. Stiamo parlando dell’indice europeo sulla qualità istituzionale che tiene conto della percezione, da parte dei cittadini, della qualità, dell’imparzialità e della corruzione della PA presente in un determinata area regionale. Insomma, in Italia il Veneto svetta per efficienza, anche se nel confronto con le aree regionali più avanzate d’Europa scontiamo ancora un grave ritardo. Sconsolante è la situazione che emerge dalla lettura dei dai riferiti alle nostre regioni del Sud. Delle ultime 20 posizioni di questa graduatoria europea, ben 5 sono occupate dalle nostre regioni del Mezzogiorno: la Puglia è al 190° posto, la Sicilia al 191°, la Basilicata al 196°, la Campania al 206° e la Calabria, penultima a livello europeo, al 207° posto.
Mettendo in fila i risultati di alcune analisi condotte da una mezza dozzina di istituzioni molto autorevoli, come dicevamo più sopra, il danno economico per famiglie e imprese sarebbe di oltre 180 miliardi di euro all’anno. A titolo esemplificativo, quest’ultima è una cifra che ha una dimensione: pari quasi al doppio dell’evasione tributaria e contributiva presente in Italia che nel 2021 era stimata dal MEF attorno agli 86 miliardi di euro; pari a quasi una volta e mezza la spesa sanitaria del nostro Paese (131,7 miliardi per il 2023); di poco inferiore al valore aggiunto (Pil) prodotto nel 2023 dal Veneto; di poco inferiore alle risorse che il nostro Paese dovrà spendere entro il 2026 con il Recovery Fund (191 miliardi di euro).