“Non bisogna mettere un agricoltore contro l’altro. Sono contrario a divisioni e a segnali di inciviltà, però per me oggi andare a parlare con gli agricoltori che protestano sui trattori è stato un bagno di umiltà, che mi ha permesso di comprendere ancora di più che il vaso è veramente colmo e servono azioni molto incisive per migliorare la situazione”.
Così Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, si è espresso dopo un confronto al parcheggio Euganeo di Padova con alcuni esponenti della protesta dei trattori, che ha fatto tappa nella città del Santo. Un confronto chiesto dagli agricoltori autonomi, che il presidente ha accettato prima dell’assemblea convocata dalla confederazione regionale di Confagricoltura all’hotel Crowne Plaza, dove sono arrivati oltre 700 associati da tutte le province (tantissimi in piedi fuori dalla sala) per parlare di tutte le criticità che stanno mettendo in ginocchio la categoria.
All’assemblea ha partecipato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti: “Io sono qui per ascoltare le voci degli agricoltori, per poi portare le loro istanze a Bruxelles, il 26 febbraio, in vista della presentazione del pacchetto sulla semplificazione che sarà licenziato in quella data. Stiamo trattando ai tavoli, ad ogni livello, per evidenziare i provvedimenti che mettono in difficoltà gli agricoltori, rimarcando che le risorse destinate oggi all’agricoltura europea sono la metà rispetto a quelli di vent’anni fa: la capacità competitiva dell’imprenditore agricolo è stata fortemente ridimensionata”.
Durante l’assemblea dito puntato contro la Pac (Politica agricola comune), con la richiesta di abolizione del 4% improduttivo e il no alla rotazione obbligatoria. Per il futuro si chiede che l’Europa emani normative all’insegna della semplificazione radicale, con aiuti adeguati alle aziende, con zero burocrazia. Servono, inoltre, sostegni per i settori in difficoltà come i seminativi, la frutticoltura, la zootecnia. Per quando riguarda lo Sviluppo rurale, Confagricoltura chiede che in futuro si basi su poche e chiare misure, anziché essere sottoposto a una miriade di interventi come accade oggi, che ogni Regione applica a suo modo. Altri punti ribattuti in assemblea: la necessità di bloccare le importazioni di cereali a costo zero come quelle dell’Ucraina e di far valere il principio della reciprocità commerciale (no a importazioni di prodotti che non rispettano le regole Ue); lo stop a nuove norme restrittive sul benessere animale e sull’ambiente; e infine no al taglio dell’agevolazione sul gasolio agricolo, che in Italia dovrebbe essere applicato dal 2026.