Infiltrazione criminalità: alto rischio

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Paolo Zabeo
Paolo Zabeo

Nell’ultimo anno gli impieghi vivi alle imprese venete sono diminuiti del 7,2 per cento (in termini assoluti -5,1 miliardi di euro), con un picco in provincia di Verona del -11 per cento (-1,7 miliardi). Continua, pertanto, la riduzione dei prestiti bancari alle nostre aziende, così come in buona parte del Paese. Ricordiamo che negli ultimi 12 anni in Veneto i presti bancari alle aziende sono crollati del 32,9 per cento (-32,2 miliardi di euro). E’ evidente che questo risultato è stato in parte provocato dalla crisi che in questo arco temporale ha colpito molti istituti presenti nella nostra regione (Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Antoniana).
Per l’Ufficio studi della CGIA questo trend rischia di alimentare, indirettamente, un fenomeno molto preoccupante che, ormai, non riguarda solo le regioni del Sud, ma anche quelle del Nord: vale a dire la presenza sempre più diffusa nell’economia reale delle organizzazioni criminali. In questi momenti così particolari, infatti, sono gli unici soggetti che dispongono della liquidità necessaria per “aiutare” chi si trova in difficoltà economico-finanziaria, in particolare nei settori ad alta intensità di contante (ristorazione, intrattenimento e sale giochi), in quelli che richiedono il controllo del territorio (edilizia) e nei comparti meno innovativi che non richiedono competenze specialistiche. Insomma, le attività economiche sono le principali “prede” di chi vuole reinvestire i proventi ottenuti illecitamente. Un’ulteriore conferma viene anche dall’Europol; secondo questa Agenzia l’80 per cento delle organizzazioni criminali attive in Europa utilizza le imprese nelle loro attività illegali.
E’ vero, come sottolinea la CGIA, che il calo degli impieghi dell’ultimo anno anche in Veneto è sicuramente condizionato dalla diminuzione della domanda di credito da parte delle imprese, dall’elevato costo del denaro e dalla diminuzione degli investimenti in macchinari dovuta all’attesa delle agevolazioni previste dalla nuova transizione 5.0. Tuttavia i segnali di una presenza consolidata della criminalità nel mondo delle imprese settentrionali risalgono almeno da 30 anni.
Meno investite da questo triste fenomeno sarebbero, invece, le province del Triveneto (con leggeri segnali in controtendenza a Venezia, Padova, Trento e, in particolar modo, Trieste). In Veneto la caduta più pesante si è registrata a Verona con un importante -11 per cento (-1,7 miliardi). Seguono Rovigo con il -7,4 per cento (-142,4 milioni) e Vicenza con il – 6,6 per cento (-904 milioni di euro). A livello regionale, infine, sono le realtà del Triveneto quelle più interessate dalla contrazione dei prestiti. Sempre nell’ultimo anno il Trentino Alto Adige ha subito una diminuzione del 10,4 per cento e il Veneto del -7,2 per cento (-5,1 miliardi).