«Il problema non è quello di un Paese spaccato a metà in termini fiscali, quanto invece che c’è una parte del Paese che lavora e produce per consentire allo Stato di alimentare gli sprechi dell’altra parte del Paese». É la lettura che il presidente della Regione Luca Zaia fa dell’analisi della Cgia di Mestre con la graduatoria sul peso delle tasse che gli italiani versano all’erario e agli enti locali, da cui emerge che al Nord le entrate tributarie pro capite ammontano a un valore medio annuo di 10.229 euro, nel Mezzogiorno, invece, il peso scende a 5.841 euro, mentre la media nazionale è di 8.572 euro per abitante. In questa graduatoria il Veneto è al settimo posto con una pressione fiscale di 9.140 euro pro capite, di cui 7.603 vanno allo Stato. «I dati smentiscono anzitutto lo stereotipo di un Veneto evasore – commenta Zaia – e semmai confermano invece che in Italia paga sempre Pantalone. Ora abbiamo un’arma in più. Per la prima volta nella storia repubblicana la Corte Costituzionale ha dato il via ad un appuntamento che ritengo fondamentale: il referendum per poter rivendicare una maggiore autonomia».