Nella prima metà del 2016 le imprese che in Veneto hanno comunicato l’apertura formale di un procedimento per crisi aziendale sono state 212, per un totale di 295 comunicazioni complessive, circa la metà rispetto allo stesso periodo del 2015. Dimezzato anche il numero dei lavoratori coinvolti, dagli oltre 12mila dell’anno scorso ai 6.840 di quello in corso. Diminuiscono anche i casi per i quali si è giunti alla firma tra le parti sociali di un verbale di accordo (o mancato accordo) per la gestione della crisi, con conseguente ricorso alla Cassa integrazione straordinaria o alle procedure di licenziamento collettivo. In calo i licenziamenti collettivi, che hanno coinvolto 2.854 lavoratori, portando il numero di lavoratori in lista di mobilità a poco più di 21mila, circa 6mila in meno rispetto a giugno 2015. «In questi anni – afferma l’assessore veneto al lavoro Elena Donazzan – la Regione ha sempre cercato di offrire autentico supporto alle aziende nei momenti di maggiore difficoltà, per non lasciarle sole e in balia della crisi economica e delle sue ricadute. Chiave di volta è stata l’Unità di crisi di Veneto Lavoro che in pochissimo tempo ha maturato una significativa esperienza, seguendo le aziende sin dall’inizio, immaginando strumenti, dialogando con il sindacato, attivando procedure, occupandosi del rilancio dell’attività in tutte le sue potenzialità, coinvolgendo soggetti diversi, mettendo in piedi un vero e proprio modello da esportare, visto che siamo stati gli unici in Italia a dotarci di una tale struttura».