Il mercato del lavoro veneto ha confermato, nel secondo trimestre del 2016, il calo delle assunzioni, soprattutto quelle a tempo indeterminato. Ma i risultati del 2015 sono sufficienti a mantenere positivo il saldo occupazionale. È quanto emerge dalla Bussola, a cura dell’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro, con dati aggiornati ai primi sei mesi DEL 2016. Tra aprile e giugno, le assunzioni sono diminuite dell’8,6%, ma la contestuale contrazione delle cessazioni ha comportato un saldo positivo per 24.500 posizioni di lavoro dipendente. Quindi, nonostante il rallentamento registrato nei primi sei mesi del 2016, negli ultimi 12 mesi si sono registrati quasi 29.000 posti in più. La recente crescita ha consentito di recuperare i livelli occupazionali persi nella seconda fase della recessione, quella compresa tra il 2011 e il 2014. Ma per tornare ai livelli pre-crisi del giugno 2008 restano da recuperare ancora circa 40.000 posti di lavoro. «Un rallentamento era in parte atteso – fa sapere l’assessore al lavoro della Regione, Elena Donazzan – considerati i risultati dello scorso anno e la riduzione degli sgravi contributivi sui contratti a tempo indeterminato. È quindi normale che nel raffronto con l’anno precedente i dati risultino negativi è importante che, seppur a ritmi ridotti, i saldi continuino ad essere positivi». «Le ultime previsioni sullo stato di salute dell’economia italiana ci preoccupano – osserva Donazzan – ma è importante constatare che in Veneto, grazie al tessuto imprenditoriale consolidato, alle politiche regionali e allo spirito della nostra gente, i dati sono sempre migliori rispetto alla media nazionale, non solo per il Pil, ma anche per i tassi di occupazione e disoccupazione».