È più salutare per l’uomo e per l’ambiente un mais biologico, uno convenzionale o un mais geneticamente modificato? Richiede più acqua, energia e pesticidi un mais bio, uno convenzionale o un mais “Bt”? e quale dei tre è più buono? Le risposte, per gli interessati, oggi pomeriggio al Bo nell’ambito della Notte dei ricercatori. Nel gazebo realizzato nell’ateneo patavino, a partire dalle 17.30, sarà proposto inoltre un assaggio di polente – preparate anche con mais gm, e accompagnate da speck e formaggio – a quanti vorranno degustare e confrontare di persona la bontà. L’iniziativa fa parte del progetto degli studenti del corso di laurea in Biotecnologie, con la partecipazione dei docenti e di Ami per rendere evidente con la vista e con il gusto le differenze tra le coltivazioni di mais bio, mais convenzionale e un tipo geneticamente modificato. «In Italia non è possibile coltivare questo mais – spiega Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura Rovigo – mentre è possibile commercializzarlo per l’alimentazione sia degli animali che dell’uomo, un paradosso che si trascina da vent’anni. Auspico con fervore che l’iniziativa possa contribuire a informare la popolazione». Infatti anche il formaggio e lo speck che si potranno assaggiare nel gazebo al Bo derivano dai vegetali gm contenuti nell’alimentazione del bestiame, come avviene pure per tante altre prelibatezze del made in Italy, dalla carne agli insaccati e latticini che quotidianamente compaiono in tavola.