«I costi sostenuti dalla sanità veneta per cure e prevenzione a fronte del fenomeno immigratorio sono di fatto un danno provocato dallo Stato al fondo sanitario regionale. I 2 milioni 389 mila euro spesi finora, e quelli che giocoforza saranno spesi in futuro, vanno rimborsati inserendoli nel prossimo riparto del Fondo Sanitario Nazionale. Al Veneto come a tutte le altre Regioni che abbiano sostenuto spese proprie su questo fronte». Lo chiede l’Assessore alla Sanità della Regione Luca Coletto, commentando i dati diffusi riguardo ai costi sostenuti dal Veneto sul fronte sanitario collegato all’immigrazione. «Sia chiaro – fa notare Coletto – che li abbiamo spesi volentieri, sia per garantire la nostra popolazione dalla possibilità di diffusione di malattie contagiose oramai debellate, sia per riconoscere in concreto la dignità umana di questi migranti che, se malati o portatori di malattie, vanno curati adeguatamente, non trattati da pacchi postali da scaricare ovunque, come sta facendo il Governo italiano». «In relazione al numero di immigrati che è stato possibile visitare – conclude Coletto – 40 mila prestazioni sanitarie sono un numero importante, che dimostra come le cose, qui, vengano fatte con la massima attenzione alla salute pubblica. Ma abbiamo dovuto utilizzare fondi che sono dei veneti, e che ai veneti lo Stato deve restituire».