Largo al prosecco nell’area vicentina tra Lonigo e Verona? Non proprio, gli autoctoni possono ancora farcela e, sulla scia del grande vino trevigiano stravenduto in tutto il mondo, possono ricavarsi uno spazio ed avere un successo significativo. «Per riuscirci, però, dobbiamo lavorare uniti, crederci fermamente e, una volta per tutte, puntare sulla cooperazione quale ancora di salvezza per tutte quelle piccole aziende vitivinicole che, da sole, non vedrebbero la luce in fondo al tunnel». Con queste parole il vicepresidente di Coldiretti Vicenza, Claudio Zambon, è intervenuto in presenza del direttore Roberto Palù, al convegno sul tema “Il Prosecco nel regno degli autoctoni: opportunità e rischi”. Nell’area di Durello e Garganega, si sono confrontati i consiglieri regionali Cristina Guarda e Federico Ginato, Paolo Benvenuti ed Alberto Marchisio. Dobbiamo guardare all’economia del vino in modo meno tecnico, andando oltre l’etichetta e le caratteristiche del prodotto, ma puntando sul valore del territorio. Marchisio conclude: «facciamo ancora troppa fatica a vendere lo straordinario valore culturale ed enogastronomico del nostro fantastico territorio. La Garganega è un vitigno molto richiesto, ma non può inseguire il Prosecco. Il Durello è un vino di nicchia, probabilmente quello che meglio si addice alla spumantizzazione. La sopravvivenza di entrambi i vitigni è legata alla capacità delle aziende agricole di fare squadra di coalizzarsi e affrontare i mercati esteri».