LICENZIATA LA DI MEO, TERZO ASSESSORE KO

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Non c’è pace nella giunta del sindaco Massimo Bergamin. Dopo aver perso Michele Br­usaferro e Roberta Ravenni, ora se ne va anche Beatrice Di Meo. Bergamin avrebbe agito ancora una volta senza preavvisare gli alleati e attendere il ve­rtice di maggioranza che, convocato per lunedì sera, è st­ato da lui disertato per partecipare alla trasmissione «Quinta colonna» su Rete4. Insomma una sfida a Paolo Avezzù che aveva chiesto di congelare la posizione di Di Meo e a Gianni Saccardin che, guida di «Pr­esenza cristiana», aveva raccomandato collegialità. Ma­ssimo Bergamin ha firmato il decreto di revoca, trasferendo ad interim le deleghe a Po­litiche sociali, Casa, Pari opportunità, Famiglia e Volontariato all’assessore alla Mobilità Luigi Pa­ulon, esponente di «Area Popolare » (Ap) come la Di Meo, ma espressione dell’anima «lealista » verso il sindaco leghista, che conterebbe almeno tre consiglieri su 6 tra Ap e «Obiettivo Rovigo». Forza Italia sarebbe pronta a bussare alla porta per reclamare la sedia rimasta libera, con una donna per rispetto delle quote di genere. Il segretario Bartolomeo Am­idei, pur essendo il partito in «de­bito» di una presidenza nelle Partecipate, non si sbottona, ma ammonisce che «è auspicabile un recupero della collegialità».  Forse un segnale indiretto: il monolitismo del gruppo consiliare leghista sar­ebbe solo apparente.

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