BPVI E VENETO BANCA URGE FUSIONE

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La strada è tracciata e “chi ha tempo – dice un vecchio proverbio – non aspetti tempo”. La fusione tra i due istituti di credito veneti, è l’unica strada percorribile. E in questo caso, il tempo è denaro. Certo la cosa necessita di un approfondito piano industriale perchè ci sono da gestire problemi sul personale, sui servizi informatici e poi capire di chi diventerà la nuova banca quando il Fondo Atlante deciderà di ritirarsi. E nel Veneto una delle zone più industrializzate d’Euro­pa, ci sono classe dirigente imprenditoriale e capitali disponibili in grado di sostituirsi al Fondo presieduto da Alessandro Penati. Ci sono, nonostante i disastri di questi anni, moltissimi depositi. Nella nostra regione c’è molta liquidità. Certo, la gente si è disinnamorata delle sue due banche storiche. Però il passato è passato, si deve guardare al futuro, al matrimonio e poi rilanciare una banca nuova e sana, creando così un nuovo e importante polo del credito la­scian­dosi alle spalle dolori e delusioni. Se così non fosse, la mancata fusione diventerebbe una svendita.  L’unione tra i due istituti rilancerebbe poi quel polo Veneto tanto caro al governatore Luca Zaia. Servirà comunque uno sforzo collettivo e la storia del Veneto insegna che a certi appuntamenti i cittadini non si sono mai tirati indietro. Questo è uno di quei momenti.

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