“NON AVETE CAPITO: O AIUTIAMO O CI REQUISISCONO”

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“Beh, lo devo dire ai miei colleghi: mi hanno tanto criticato per le mie dichiarazioni, ma oggi se­nto dire ben di peggio che ‘una, dieci, cento, mille Gorino'”. Non ha tutti i torti il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin, nelle insolite vesti di mediatore tra Pr­e­fettura e quanti sono contrari alla accoglienza dei profughi. Nel pomeriggio di giovedì 17 no­ve­mbre si è sentito ben di peggio di certe sue esternazioni in Provincia, a Rovigo. Primi cittadini che hanno avvertito di non potersi fare garanti di quanto potrebbero mettere in atto in loco compaesani e concittadini a fronte di arrivi massicci. Di­chiarazioni che parlano anche di possibili reazioni violente. Non certo auspicandole e magari con un certo intento provocatorio, ma comunque in maniera chiara e senza giri di parole. “Voi non capite – ha detto Bergamin – che il Prefetto esegue degli ordini. Se non si lavora tutti assieme si rischia che la accoglienza venga gestita, in modo frammentario, dai privati che parteciperanno ai bandi per trovare strutture che saranno pubblicati a gennaio. Si rischia quindi una grande frammentazione”. E poi una conclusione non banale. “Purtroppo è vero quanto detto da alcuni miei colleghi: in questo momento e su questa tematica i cittadini hanno voglia di sangue”. Il tutto per dire che è necessario contenere queste pulsioni e agire di concerto.

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