Il Patto per Venezia tra l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e il sindaco Luigi Brugnaro? Lungi dall’ottimismo palesato giorni fa al Teatro La Fenice dal primo cittadino «C’è qualcosa di scritto: non ho dubbi che il nuovo Governo rispetterà le intese», per la Regione è solo fumo negli occhi. Lo aveva detto alcuni giorni fa il governatore Luca Zaia («Ho dato mandato ai miei uffici di verificarne i contenuti»), lo hanno ribadito ieri i suoi assessori. Con un particolare in più: una missione a Roma per cercare di correggere quella che palazzo Balbi giudica una partita di giro. Lo spiega l’assessore al Bilancio, nonché vicepresidente della Giunta regionale, Gianluca Forcolin. «Verifiche sui reali effetti del Patto per Venezia? Io direttamente non ne ho fatte – afferma Forcolin – ma da subito ho avuto dubbi che ci portassero veramente qualcosa in più. I soldi solennemente promessi al sindaco Luigi Brugnaro da Matteo Renzi non avrebbero aggiunto nulla a quanto già previsto a livello di ordinari rapporti istituzionali». «D’altro canto continua Forcolin a fare le opportune verifiche e a saperne qualcosa è anche l’assessore ai Lavori pubblici, alle infrastrutture e ai trasporti, Elisa De Berti. Che in questo stesso momento è a Roma, per cercare di recuperare risorse già destinate alla Regione o che comunque dovevano passare per essa. E che invece, in base all’accordo sottoscritto il 26 novembre, sarebbero state destinate direttamente a Venezia. In parole povere, e per dirla tutta: l’ex premier ha tentato di spostare i bussolotti a fini puramente elettorali, senza aggiungere un centesimo a quanto già ci spettava. A confermarlo sono i soldi arrivati al Cipe, e che sarebbero giunti in ogni caso. Ma come si suol dire, Renzi e la sua allegra brigata hanno fatto i conti senza l’oste. E il gioco, palesemente, gli è andato male». «In materia – ha aggiuntio Marcato, ribadendo la linea di Zaia – ho dato mandato agli uffici di effettuare un’analisi puntuale sul testo del Patto. E i loro risultati sono inequivocabili».