“Chiedo ai miei colleghi delle altre Regioni e al ministero della Pubblica istruzione un atto di onestà intellettuale e di responsabilità collettiva: dobbiamo rivedere le regole per la determinazione della pianta organica e la mobilità dei docenti dei sostegno. Credo sia compito di un paese civile saper anteporre i diritti dei più deboli, in questo caso gli allievi disabili, a quelli precostituiti di categoria”. L’assessore alla scuola della Regione Veneto Elena Donazzan, all’indomani della pubblicazione del dossier di Tuttoscuola dedicato alla ‘mobilità selvaggia’ nei posti di sostegno, annuncia di voler sollevare la questione nell’ambito della prossima seduta della IX commissione della Conferenza Stato- Regioni, che si occupa appunto di “Istruzione e lavoro”. “La figura dell’insegnante di sostegno è stata introdotta quarant’anni fa come elemento-chiave per consentire e garantire l’effettivo diritto all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità certificate – fa notare l’assessore veneto – Sotto questo profilo la scuola italiana è stata paladina di civiltà, perché ha consentito di superare isolamenti, ghettizzazioni e scuole speciali. “La mia proposta è definire una pianta organica specifica per il sostegno, calcolata su base regionale, in rapporto alla popolazione studentesca ‘certificata’ con handicap, con possibilità di deroghe per garantire il sostegno anche ai casi non previsti dalle legge 104, cioè per gli alunni con gravi problematiche educative e difficoltà di apprendimento .