«In relazione alla perquisizione che mi è stata fatta di cui al procedimento dichiaro di aver conosciuto in parrocchia alcune donne , con le stesse, dopo una lunga conoscenza, ho avuto una relazione sentimentale sfociata in rapporti sessuali… Si consumavano solitamente in canonica anche con la partecipazione di altri uomini anche di colore ma solo con A.A.». esso, orge con immigrati e filmini hard: don Andrea Contin ha ammesso tutto, fin dal principio. Pur negando violenze, costrizioni e minacce. Quella dichiarazione è contenuta nel verbale che il prete firma la mattina del 21 dicembre scorso. Di fronte a lui il sottufficiale dei carabinieri che ha coordinato la perquisizione appena conclusa nella canonica dello scandalo, quella di San Lazzaro, periferia est di Padova. Due settimane prima, il 6 dicembre, l’impiegata 49enne A.A. aveva presentato la denuncia di 8 pagine che ha fatto scattare l’inchiesta per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione nei confronti del sacerdote. Quell’atto d’accusa era stato confermato, almeno in parte, da un’altra ex amante del prete, B.B., 51enne divorziata. E via con altri dettagli: «A volte filmavo questi incontri sessuali». Filmava, insiste, mai all’insaputa della protagonista A.A., unica interprete di quelle “pellicole” vietatissime. Il prete nega di aver venduto o fatto vedere ad altre persone quei filmini pornografici, “salvati” nelle chiavette usb sequestrate con il resto del materiale. Sempre nel verbale successivo alla perquisizione, don Contin si giustifica: non aveva restituito i filmati «nonostante A.A. me li avesse chiesti più volte». Il motivo? «Avevo paura» dice. Poi altre ammissioni. È vero, aveva frequentato il lussuoso relais Ca’ Masieri a Trissino, nel Vicentino, , precisando di non aver fatto sesso lì ma all’interno di una delle stanze: «Abbiamo consumato rapporti sessuali».