Attivista, animalista, animo buono. Viene ricordato così Gianni Trez, 65 anni, pensionato Telecom di Sant’Elena, che ha scelto di mettere fine alle sue sofferenza con la morte dolce in Svizzera, nella clinica Dignitas di Zurigo, mentre moglie e figlia gli tenevano la mano. Aveva scoperto la sua malattia nel 2015 e aveva provato a combattere contro quel male incurabile. Terapie, anche con effetti devastanti, e due operazioni che purtroppo non sono servite. La decisione dell’eutanasia sarebbe arrivata sei mesi fa. «Gianni ci ha lasciati, serenamente – commenta la moglie Emanuela Di Sanzo come ha sempre vissuto. Ha sorriso fino alla fine. Voglio ringraziare Dignitas che ha permesso a Gianni di non soffrire. E sollecitare il nostro Parlamento a fare al più presto una legge sul fine vita perché non è possibile che in un Paese civile una persona non possa scegliere come morire senza soffrire». A spiegare i motivi del suo gesto era stato proprio lui ieri: «Potrei vivere ancora mesi, forse anni, ma non riesco a mangiare, a parlare, a dormire. Provo dolori lancinanti. È una sofferenza senza senso». In memoria di Gianni la Lav ha avviato una raccolta fondi che andrà alla realizzazione di un rifugio a Semproniano, in Toscana, che ospiterà gli animali sequestrati dai circhi. «Non ci saranno funerali – conclude Romieri – ma stiamo pensando ad un momento commemorativo».