Poco personale, poche barelle e pochi posti letto. Questo il quadro dipinto dal consigliere regionale dei 5 Stelle, Patrizia Bartelle, sul Pronto soccorso dell’ospedale di Adria. «Nella nottata di lunedì – spiega – ho avuto qualche problema. Alle 6.30 mi sono recata al Pronto soccorso e sono stata immediatamente presa in carico. Il medico ha iniziato a visitami. Dopo pochi secondi, però, mi ha lasciatoo sulla barella per un codice rosso. L’infermiere ha supplito a questa assenza prelevandomi i campioni ematici. Alle 8 poi sono stata inviata in radiologia». Qui tutto bene per Bartelle. «Le radiografie sono state immediate. È stato difficoltoso, però, il rientro in Pronto soccorso: gli operatori erano pochi e utilizzati per molte incombenze». Il calvario arriva dopo. «Seduta in sedia a rotelle, non sapevano dove mettermi. Stavo per essere collocata in sala d’aspetto, ma ho chiesto di rimanere in astanteria. Peccato che le poche stanze con due posti letto, ospitavano già due o tre barelle, con evidente difficoltà di ossigenazione. La professionalità dell’operatore ha trovato la maniera di infilarmi tra letti e barelle». La struttura si salverebbe, a suo avviso, solo grazie alla professionalità del personale. Quello che Bartelle ha vissuto, a suo avviso sarebbe da ascrivere «al disastro» delle schede ospedaliere. «Mi sono fatta l’idea – conclude – che si faccia troppo affidamento sul personale. Ci sono medici, infermieri e operatori seri, con senso di responsabilità che suppliscono alle mancanze facendosi in quattro».