«Chiama pure i carabinieri, tanto sono incinta e non mi fanno nulla». Sono state le parole irridenti che la giovanissima ladra ha indirizzato al suo inseguitore prima di divincolarsi e riuscire a scappare. La ragazza e un complice, entrambi minorenni, si sono resi responsabili di un furto in un appartamento al primo piano di una palazzina in viale Stazione. Un operaio impegnato nella manutenzione dello stabile, che li aveva visti allontanarsi furtivi, li ha rincorsi ed è riuscito ad afferrare la borsa e lo zainetto che avevano con loro, ma non a impedire che fuggissero a gambe levate. Una scena avvenuta sotto gli occhi dell’avvocato Sabrina Fortin, con studio nello stesso edificio. «Li ho incrociati sulle scale mentre stavo salendo, verso le 10 racconta – il ragazzino avrà avuto al massimo tredici, quattordici anni; lei era un po’ più grande. Mi hanno anche salutato. In un primo momento, non mi sono insospettita». Quando è arrivata di fronte alla porta della suo studio, le è passato davanti di corsa l’operaio che si è precipitato a rotta di collo giù per le scale. «Nel frattempo prosegue il legale continuava a gridare “chiamate i carabinieri” ai passanti. È stato a quel punto che la ragazza si è voltata e gli ha detto che anche se la arrestavano lei era incinta e l’avrebbe passata liscia». Poi i due si sono dileguati. Nelle borse sono stati rinvenuti alcuni cacciavite, ma non la refurtiva in oro e gioielli che si erano già cacciati nelle tasche. «L’appartamento era letteralmente sottosopra – continua l’avvocato – penso proprio che si trattasse di nomadi».