CASO PORTIERI, UN MISTERO. INTERROGATO IL FIDANZATO

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La morte di Carlotta Portieri rimane un giallo. Nel paese del Dragone si continua a indagare sulla morte della 27enne adriese. La Polizia cinese, secondo le poche e frammentarie notizie che arrivano dall’Estremo oriente, starebbe in queste ultime ore raccogliendo la testimonianza, come atto dovuto, di Stefano Sagredin, il compagno di Carlotta, per cercare di ricostruire gli ultimi tragici istanti di vita di Carlotta, prima del volo dal 19. piano dell’appartamento in cui la docente italiana viveva. Sagredin, 36 enne, biologo, ex presidente del Comitato Ca’ Emo Nostra, attivista della prima ora dopo i tragici fatti della Coimpo e la morte nell’azienda di località America di Ca’ Emo di quattro persone, sarebbe stato l’ultimo a vedere viva Carlotta e il primo a trovarla morta dopo il tragico volo. La giovane, inoltre, sarebbe morta domenica attorno alle 14 quando in Italia erano le 6-7 del mattino. Non vi è certezza, inoltre, sul luogo in cui è avvenuto l’incidente. Secondo le fonti più accreditate la tragedia si sarebbe consumata a Chengdu, nel territorio del Sichuan, al confine con la Corea del Nord. Per altri la sua morte sarebbe avvenuta a Quingdao, città famosa per la birra cinese, capoluogo del Sichuan. Gli investigatori cinesi stanno cercando di ricostruire sia gli ultimi istanti di vita della 27enne, raccogliendo diverse testimonianze e battendo tutte le piste. A rendere sempre più intricata la vicenda anche dei messaggi, tramite Whatsapp, che la ragazza avrebbe inviato alla madre, poco prima della sua morte.

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