LAVORATORI IN NERO CHIUDE CALL CENTER

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LaPresse29-01-2012 Milano, ItaliacronacaMilano, controlli della Guardia di FinanzaNella foto: la Guardia di Finanza effettua controlli nelle vie dello shopping

Dopo il lavoro nero nei campi, questa volta nell’occhio del ciclone finisce un call center, l’estremo opposto del precariato del nuovo millennio. In questo caso non si trattava solamente di precariato, ma di vero e proprio lavoro senza alcun tipo di contratto. Due le persone che mercoledì sono state trovate all’interno di un call center a Borsea, impiegate in nero, quando è scattato il controllo della Guardia di Finanza di Rovigo insieme ai funzionari dell’Ispettorato territoriale del lavoro. L’attività in questione era già stata oggetto di numerosi esposti, motivo per cui è scattata la verifica a sorpresa che ha portato al riscontro di quanto era stato segnalato. A gestire il call center, un 46enne italiano, residente nella Bassa Padovana, la cui attività è stata immediatamente sospesa. I due lavoratori, entrambi italiani, si occupavano di telefonare per contattare potenziali venditori di articoli sanitari.Dopo il controllo saranno effettuate ulteriori verifiche, anche per accertare responsabilità e volumi di quanto è stato svolto fuori dalle regole e dei contributi non versati. Il fenomeno del lavoro nero, purtroppo, è una vera e propria piaga assai diffusa anche in Polesine. Dai dati della Direzione generale per l’attività ispettiva del Ministero del lavoro emerge come dal primo gennaio al 31 dicembre del 2016 la Direzione territoriale di Rovigo, ora accorpata a quella di Ferrara, non senza qualche polemica, abbia accertato violazioni su ben 520 posizioni lavorative. 15 casi si trattava di extracomunitari senza permesso di soggiorno. , per la quasi totalità impegnati in agricoltura.

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