Un solo colpo di fucile da caccia, caricato a pallettoni, sparato da distanza ravvicinata, presumibilmente non più di dieci metri, che l’ha raggiunto all’altezza del petto, non dandogli scampo. Sarebbe questo lo “scenario” della vera e propria esecuzione costata la vita a Mauro Pretto, il 47enne di Zovencedo, assassinato nella notte tra venerdì e sabato scorso, davanti all’uscio del suo vecchio casolare, in contrada Gazzo, immerso dai Colli Berici. Un delitto che a distanza di due giorni e mezzo rimane avvolto nel mistero più assoluto e sul quale le forze dell’ordine si stanno muovendo a 360 gradi. Intanto ieri sera è nato un “giallo nel giallo”: l’unica telecamera della videosorveglianza presente in zona risulterebbe infatti fuori uso, quindi non sarà possibile avere conferme in tal senso sulla presenza di un’auto, un’Alfa 159, che un vicino avrebbe visto sulla stradina di accesso dell’abitazione di Pretto proprio quella notte. Da sabato pomeriggio, quando è stato lanciato l’allarme, i carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza non stanno tralasciando alcuna pista, anche se viene esclusa quella legata ad una rapina finita male, in quanto Pretto, celibe, viveva una vita dimessa e in casa non possedeva alcun oggetto di valore. Gli investigatori stanno investigando vicini e e amici. Appare ormai chiaro che nessuno di questi ultimi ha sentito nulla, anche perchè la notte tra venerdì e sabato è stata caratterizzata da continui temporali, con lampi e fulmini.