Anche relativamente alla problematica della presenza di sostanze PFAS nei prodotti utilizzati nell’industria, il Veneto si dimostra all’avanguardia essendo la prima Regione in Italia ad aver affrontato la questione”: ad annunciarlo è l’assessore all’ambiente che specifica altresì come “nell’ambito degli ormai numerosi incontri organizzati con il comparto industriale dell’area vicentina, non appena si è riscontrata la problematica della possibile presenza di composti PFAS non segnalati in etichetta poiché inferiori all’1%, abbiamo sensibilizzato gli interessati sul tema” La normativa in materia è di competenza delle Autorità comunitarie e statali. La questione, insieme alla richiesta di introdurre standard di qualità ambientale per le sostanze PFAS e di introdurre appositi divieti e limiti all’importazione di tali composti, è quindi stata portata all’attenzione del gruppo di lavoro tecnico organizzato dal Ministero dell’Ambiente e dedicato ai PFAS. “Ricordo infatti – aggiunge – che il Veneto è l’unica Regione che si è mossa per la problematica di inquinamento da PFAS, pur essendo presenti tali sostanze anche nel Po, fin dal tratto piemontese, dove secondo il nota Studio del CNR-IRSA, ci sarebbe chi sversa addirittura 60 milioni di nanogrammi ogni secondo, nell’Arno, e nel Tevere”.